Il borsino granata è un po’ come la Borsa, i titoli sono rappresentati dai calciatori le cui quotazioni salgono e scendono di partita in partita in base al rendimento, allo stato di forma, alle eventuali squalifiche che ne pregiudicano l’impiego nel turno successivo. A differenza delle pagelle, quindi, il borsino non guarda esclusivamente alla prestazione di giornata ma valuta complessivamente il periodo dei calciatori impiegati utilizzando come parametro la partita disputata ma nel contesto di un arco temporale più ampio.

 

A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. Che lo spogliatoio granata stia attraversando un periodo delicato è forse più di una semplice ipotesi. Vuoi per la finestra di mercato (estenuante!) aperta fino a poche ore fa e le relative voci destabilizzanti, vuoi per la scarsa tranquillità derivante dai risultati negativi, vuoi per malesseri fisici di diversi elementi, vuoi magari per qualche crepa interna. Sta di fatto che non si può spiegare con fantomatiche tensioni esterne lo stato di forma (fisica e psicologica) dei calciatori di Ventura che risiede piuttosto in blocchi di natura psicologica, fisica e tattica.

 

In poche settimane è svanito anche l’effetto – Immobile che sembrava aver ridato verve all’attacco offrendo una varietà di soluzioni importanti. Di conseguenza anche l’improvvisa prolificità di Belotti si è dissipata, Martinez resta un incompiuto, Maxi Lopez è ancora ai margini e si è fatto a meno della tecnica di Quagliarella.

 

Il gioco è involuto, la manovra è stanca, gli esterni e gli attaccanti serviti poco e male, le varianti tattiche pari a zero. Contro il Verona si è assistito ad una quantità inenarrabile di palloni persi, non controllati, mal gestiti, passaggi a vuoto, scarsa qualità di interpreti obiettivamente poco tranquilli.

 

In questo momento latita il gioco, latita la qualità e se i calciatori più tecnici ed estrosi non trovano la giocata si fa fatica contro chiunque. Ora che il mercato è chiuso e con esso le relative quanto ingiustificabili distrazioni e che si è toccato il fondo, lo spogliatoio faccia un patto così come è avvenuto sull’altra sponda nel periodo più nero. Se c’è un leader esca allo scoperto e faccia il Buffon della situazione altrimenti anche la luce di questi ultimi quattro anni importanti diventerà sempre più fioca fino a spegnersi.

 

CHI SALE:

 

PADELLI       di più non poteva fare. Si oppone alla grande alla conclusione di Ionita dopo appena 3’ e ciò gli regala la convinzione smarrita dopo le ultime scialbe prestazioni e le tre panchine di fila tanto che eccelle in quello che era uno dei suoi punti deboli: le uscite aeree.
JANSSON         il giovane svedese non fa rimpiangere capitan Glik riuscendo a contenere un bomber di indubbio spessore quale Toni. Buon senso di posizione, bravo nel gioco aereo e nei tempi di uscita. Promosso.

 

STABILI:

 

BENASSI           inizia bene difendendo palla e trovando qualche spunto sulla trequarti. Suo il tiro più impegnativo del match nel primo tempo, poi cala un po’ alla distanza non trovando i tempi della giocata e peccando di imprecisione.
MAKSIMOVIC         alterna qualche errore in disimpegno a buone chiusure difensive nelle quali talvolta risulta persino provvidenziale. Limita le sue sortite anche perché poco assecondato dai compagni.
MORETTI          meglio rispetto alle ultime prestazioni: sicuro ed efficace dietro dove riesce sempre a mettere una pezza, svetta in area granata per difendere tra Toni e Gomez ed in quella avversaria cercando di offendere. Prezioso in impostazione, sua la verticalizzazione migliore per Belotti.
GAZZI          solite entrate decise, talvolta anche troppo, per scardinare palloni agli avversari e soliti limiti in impostazione, persino per appoggi o suggerimenti facili. In questa partita in mezzo al campo sarebbero servite altre caratteristiche.
BELOTTI           non incide ma prova a farlo soprattutto nella prima parte di gara dettando il passaggio con buoni movimenti ed andando alla conclusione. Nella ripresa veste più i panni dell’assist man con alterne fortune.
BASELLI          entra nell’ultima mezzora nel tentativo di offrire un po’ di estro e precisione in più rispetto ad Acquah. Ovviamente ci riesce con alcuni spunti (pregevole uno sulla fascia con cross invitante) ma non basta.
ZAPPACOSTA           come il compagno gioca l’ultima mezzora nella sua posizione prediletta e anche lui scodella qualche pallone a centro area. Non è preciso anche se si dà da fare e non è impeccabile in fase difensiva.

 

CHI SCENDE:

 

B. PERES          sarà perché da lui ci si aspetta ormai la giocata risolutiva essendo, di fatto, l’uomo più tecnico ed estroso in grado di sovvertire gli schemi ma stavolta non gli riesce alcuna giocata importante. Non è in un buon momento di forma anche a causa del recente infortunio.
IMMOBILE          il suo effetto sembra svanito. Svaria su tutto il fronte cercando di sfuggire alle marcature avversarie ma non trova lo spunto giusto e nelle rare occasioni nelle quali si presenta l’opportunità è egoista o impreciso.
ACQUAH           il ghanese dimostra ancora una volta i suoi limiti tecnici evidenti ogni qualvolta deve addomesticare il pallone ed effettuare un passaggio anche semplice sbagliando tempo e misura costantemente. Solita fisicità in interdizione e qualche buona incursione. Ma non era nemmeno per lui la partita adatta.
MOLINARO          non è certo colpa sua se è costretto a tirare la carretta a tutti i costi nonostante il momento di (scarsa) forma. Ma Avelar non è pronto e il mister preferisce affidarsi ad un sinistro naturale per i cross piuttosto che adattare B. Peres dall’inizio. Tende a complicarsi la vita.
MARTINEZ          sembra anche ingenerosa un’altra bocciatura nei suoi confronti, in fondo entra negli ultimi minuti ed è pure bravo a procurarsi l’occasione più importante del match. Sembra davvero “calimero” per quanto sfortunato però.

 

 


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